
Il portfolio racconta di te, del tuo lavoro e del tuo mondo
In questo sito, che sto curando giorno per giorno per diventare sempre più completo, il portfolio era un po’ il mio tallone d’Achille. Non è mai facile crearne uno perfetto. Perché ogni volta che qualcuno ti chiede di vedere i tuoi lavori devi chiederti cosa voglio raccontare? Vuoi far percorrere un viaggio temporale o trasmettere le tue competenze? O tutte e due? O creare un mini catalogo senza tempo che sia il top? L’ho tolto, rimesso, fatto in mille modi. E mi sembrava di sbagliare sempre. Poi ho capito…
Portfolio perché?
Ogni volta che mi preparo per un colloquio di lavoro o per andare a parlare con un cliente, penso alle parole da dire, ai lavori da mostrare, ai vestiti da indossare. In poche parole penso a come mi voglio presentare.
Ed è per questo che, durante mesi, non ero convinta della pagina del mio portfolio. Ho davvero preso parte a tanti progetti, ho aiutato piccole realtà a concretizzare idee, ho disegnato loghi e impaginato materiali di comunicazione. Non sapevo quali scegliere perché sono affezionata a tutti i miei lavori!
Ogni volta è un piccolo viaggio, per me. Ed è questo che amo del mio lavoro. La sfida continua. la ricerca e lo studio ad hoc per cercare di far rendere al meglio le idee che hanno in mente. Quindi tutti meritano uno spazio nel mio portfolio? Dipende. Dipende da cosa dobbiamo dire al nostro interlocutore. Stiamo andando da un cliente che vuole un logo o una brand identity nuova? Allora ci presenteremo con lavori simili. Porteremo loghi, o progetti che magari sono dello stesso ambito lavorativo o che hanno come base la stessa mission, ad esempio.
Portfolio come?
Ci sono tanti modi di creare un portfolio. Io ne ho una valanga di cartacei che negli anni sono stati miei degni aiutanti per raccontare il mondo che ho dentro. Ho anche iniziato una cartella su Pinterest con quelli che trovo interessanti, se vuoi dare un occhio sono qui.
Quando vivevo in Austria ne ho impaginato uno diviso in tanti pezzi a grandezza cartolina, stampati fronte e retro. Una volta uniti i pezzi si componeva un disegno unico, un portfolio-puzzle! Molto colorato e giocoso. In fondo lì lavoravo con i bambini e tutto era concesso!
Poi è stata la volta dei di un altro esperimento sul modello del campionario della pantone, con un anello a tenere insieme i fogli, che si aprivano a ventaglio. Ho impaginato portfolio di tutte le dimensioni e forme, con materiali di vario genere.
Ad un colloquio ho presentato una cartellina piena di prodotti legati con un nastro rosso a fare da fil rouge del mio percorso in maniera visiva. Ho creato libretti e brochure, cartoline, album…per ogni incontro un prodotto.
Sembrerà un lavoro davvero faticoso, ma io credo che sia un po’ questo quello che ci si aspetta da un creativo. Che sia in grado di aderire alle richieste anche non dette, alle aspettative e superarle se possibile, spingersi sempre più in la e mettersi in gioco ogni volta.
Per questo motivo, alla fine, ho creato questa pagina nel quale, a rotazione, metterò i lavori che mi rappresentano di più in quel momento. Non metterò tutto. Solo quello che penso sia più in linea con i miei valori e la mia natura.
Il mio motto è Less is more e il sito è stato rivisto, in questi ultimi tempi, in quest’ottica: meno è meglio. Uno spazio per ogni necessità. Qui racconto chi sono, come lavoro, cosa amo e cosa so fare perché le persone arrivano qui, nel mio spazio virtuale, e vogliono capire se sono la persona adatta per le loro esigenze.
Inoltro ho uno spazio, più international, su Behance perché? Perché è più strutturato, perché ci si può confrontare con altri creativi e si può aggiornarlo in qualsiasi momento.
Behance è uno spazio professionale più strutturato. E, avendo clienti non sono italiani, posso scrivere in inglese e far vedere prodotti al volo a chiunque in qualsiasi momento. Comodo no?
Solo il portfolio deve essere creativo?
Io credo che stia un po’ a noi creativi di movimentare le chiacchiere che facciamo con chi abbiamo di fronte. Intendo che, senza offesa per chi l’ha pensato e progettato, ma credo che il modello di curriculum europeo sia molto superato e poco di aiuto. Perché leggiamo sempre meno. E attirare l’attenzione non è mai facile.
Per questo creo curricula in una sola pagina in modo che siano raccolte informazioni importanti che a volte non sono presenti in quel modello. La comunicazione visiva è questo: un modo diverso di raccontare chi sei, cosa fai, che lavoro vuoi fare o che percorso ti piacerebbe svolgere. O magari che potenziale hai. Perché le immagini raccontano davvero molto di più e un’impaginazione fatta bene e studiata nei minimi dettagli, può fare arrivare meglio il tuo messaggio.
Per cui no, non di solo portfolio o curriculum vitae vive un creativo. Ma se ti vengono richiesti perché non farlo a modo tuo e in maniera creativa e non banale?
Se hai bisogno di dare un guizzo frizzo al tuo modo di comunicare, sono qui!