L’attrito che ti fa crescere
L’attrito come forma mentis
L’attrito è una di quelle situazioni che non sempre andiamo a cercarci, ma invece dovremmo. Perché dall’attrito, nasce l’azione.
Ci penso spesso al concetto di ostacoli, di comfort zone, di sfida e di andare oltre i propri limiti. Sono una persona che si mette spesso in situazioni di attrito per superarsi e per arrivare a mete che ho sognato per anni. Uno dei miei motti è stato, per anni Constantly challenge yourself. Sfidati costantemente.
Ho sempre avuto l’impressione di essere una persona di serie B. Sarà un po’ di insicurezza residua dell’adolescenza, sarà che di attrito ne ho sempre vissuto un bel po’ per svariate ragioni. Fatto sta che ora sento che tutti quegli attriti accumulati negli anni, mi abbiano fatto bene. E no, non sono di serie B. Che poi neanche fosse una cosa brutta, chi lo sa perché ci dobbiamo sempre mettere in questa condizione mentale di voler sempre primeggiare…
Quando gli attriti aiutano a superarsi
Ho sempre fatto scelte un po’ fuori dal coro. Sarà che vengo da una famiglia che mi ha sempre stimolata a ragionare con la mia testa, a mettermi in gioco e a non fare per forza qualcosa solo perché lo facessero gli altri o le altre attorno a me.
Ho scelto percorsi di studio che mi hanno messo in difficoltà, ma di quella difficoltà che fa bene per non stare fermi sempre nello stesso posto. Dal linguistico al Politecnico, un bel salto! E da lì non mi sono mai fermata. A volte posso sembrare incosciente, e a volte lo sono stata (scusa mamma!).
Ma ogni singola scelta, ostacolo o resistenza che ho sentito nella mia vita fino a qui mi ha permesso di fare dei ragionamenti e di non adagiarmi o di non mollare tutto perché tanto la vita è così!
A volte, come tutti, ho i miei dubbi, ma penso che facciano molto bene a sorgermi e che io debba ringraziare delle difficoltà, quando non sono estreme ecco. Ma perché ci penso ora? Perché il covid ci ha messo tutti in grande difficoltà e io, come tutti/e, ho dovuto ripensarmi. Non solo ripensare al mio modo di vedere e vivere il mio lavoro, che per me è grande fonte di realizzazione personale e condivisa con la mia famiglia.
Ho dovuto rivedere la mia routine, ma anche il mio modo di vedere il mondo per non farmi travolgere dalla negatività che sta ingurgitanto un po’ tutti. E non è facile non farsi prendere dallo sconforto, lo so. Ho avuto il covid l’ultimo mese di gravidanza e tra paure e fatica, tra sofferenza e una tosse che non mi lasciava respirare, ho capito quanto fossi comunque fortunata perché molte persone si prendevano cura di me anche se a distanza. L’attrito-covid ha tirato fuori l’azione-comprensione del mio villaggio, quello che si prende cura di me e della mia famiglia.
Gli ostacoli che sono venuti a galla da questa situazione, mi hanno fatto capire cosa voglio fare ora. Come cercare soluzioni per aiutare anche i miei figli a non cadere in un meccanismo a effetto domino di pensieri negativi (e lo so, uno dei miei figli non ha neanche 5 mesi, ma l’altro ne ha quasi 6 e non è stato facile aiutarlo a superare le quarantene, e siamo già a due di seguito, e lo stare a casa senza deprimersi).
Un attrito da grafica
In questi ultimi anni, poi, ho vissuto un attrito tutto mio. Sono diventata Canva Certified Creative, l’unica in Italia in questo momento. E sto per prendere la certificazione ufficiale e la cosa non è sempre stata vissuta da me come ok sono una persona che può insegnare ad usare Canva…e basta. Spesso ho pensato a come mi vedessero i miei o le mie colleghi/e. O cosa potessero pensare di me le persone che vogliono lavorare con me come grafica. O ancora che non fosse una delle certificazioni da avere perché…non lo so per tanti motivi.
Poi mi sono fermata e ci ho ragionato: ho preso parte, dall’agosto 2018 ad oggi, ad una vera crescita e sviluppo partecipato di un programma che sta aiutando moltissime persone a prendersi cura della propria comunicazione. Questo non vuol dire che non serviranno più i grafici o le grafiche. Che non serviranno più i social media manager o i video maker e montatori perché tanto lo faccio con Canva. Uno strumento serve solo se si hanno le idee e competenze.
Ho insegnato a moltissime persone ad usare Canva. Spesso a Noprofit che non hanno un budget per tutta la propria comunicazione, ma dovranno pur parlare dei propri progetti?! A liberi/e professionisti che vogliono avere un minimo di coerenza estetica nella propria comunicazione.
E ho capito che, a volte, gli attriti ce li creiamo noi pensando a cosa penseranno di noi gli altri e le altre…stop! Gli attriti che aiutano a crescere sono quelli che ci fanno salire un gradino verso la vita che vorremmo, non quelli che ci fanno stare male e non dormire la notte.
Ognuno di noi deve costruirsi la vita che serve per stare bene, non quella che serve per farsi piacere dagli altri. E poi, magari cercare di costruire un pensiero rivolto alla collettività per il bene di tutti.
Non perché siamo idealisti o utopisti, ma perché ne ricaveremmo tutti beneficio…ma questo è un altro discorso!
Per concludere, ho parlato di serenità e dormire sonni tranquilli ti consiglio di provare le meditazioni di Headspace su Netflix o nella loro app…io li amo e mi aiutano a vivere questa meravigliosa vita piena di ostacoli (che io dico sempre sono solo soluzioni travestite da problemi) con un po’ di leggerezza (e disegnetti carini!)
Tu come vivi gli attriti?