L’immagine è tutto
Quando l’immagine cambia perché cambiamo noi
In questi ultimi tempi ho notato che l’immagine che davo di me attraverso il sito non mi rappresentasse più. Ho sostituito le immagini degli ingredienti con altre molto più in linea con quello che volevo raccontare di me e del mio piccolo business. Non che io non ami più la cucina, che blasfemia!
Però è un aspetto della mia vita che coltivo in un altro modo e in altri luoghi, sia virtuali che reali.
Amo questa possibilità di cambiamento infinita che abbiamo tutti nella vita. E ok, qualcuno potrà dire “Ma così non rischi che ti vada in palla la SEO del sito bla bla bla”. Forse.
Ma è anche vero che ho iniziato a fare siti con tale entusiasmo da tralasciare forse un pochino quello che sono. Una impaginatrice. Una arredatrice di contenuti. E lo amo profondamente, perché aiuta a fare ordine, a leggere meglio quello che vogliamo raccontare e a creare un’onda visiva da seguire.
Trovare la propria immagine è come scegliere un vestito
Io credo che scegliere la propria immagine faccia parte del nostro brand tanto quanto scegliere i vestiti giusti per un colloquio od un evento al quale teniamo. Non per imbrogliare, bensì per mostrare il meglio di noi al mondo.
Dare quella che, per alcuni, è una maledetta prima impressione, ma che invece è la lettura di pancia e pelle che abbiamo di chi ci sta di fronte.
Ebbene io mi sono fermata un attimo a riguardare il mio sito del quale sono piuttosto contenta, seppur perfettibile in mille e più aspetti. E ho notato che non raccontava di me. Di quella me che sto diventando e che ho avuto, fino ad ora, un po’ paura di mostrare. Sono una grafica, una visual designer, un’arredatrice di contenuti, una concretizzatrice di idee…tante cose tutte vissute con passione, con un bagaglio che per me è importante che mi ha portata fino a qui.
Cercare la propria immagine non è mai un processo facile e veloce. Bisogna essere pronti a raccontarsi, a capirsi e accettarsi. Insomma in una parola: volersi bene per farci voler bene. Da chi ci incontra, da chi potrebbe voler lavorare con noi, da chi ha bisogno di noi.
Ho deciso di condividere la mia passione per la creatività, per il te caldo, per i quaderni, per il mio mac, per le foto e per le coccole. Ho deciso di diminuire i colori nel blog e di concentrarmi sul mio colore preferito che è il blu petrolio.
Come creare la propria immagine?
Di solito ci si affida ad un creativo. Io ho fatto da sola, ma mi sono confrontata con una mia amica (di cui parlo spesso) e ho condiviso in rete con altre persone esperte (che ringrazio di cuore).
Sono partita dalla creazione del mio logo per poi decidere la palette dei miei colori che mi rappresentino in pieno. Nel mio caso sono così ossessionata da questo colore Blu petrolio che i miei amici lo chiamano Blu Eugi (e io arrossisco!). Poi il rosso lampone, uno dei miei frutti preferiti, un azzurrino e il bianco che per me è essenziale per fare ordine visivo.
Ho creato il mio sito costruendo un albero logico di tutto quello che volevo raccontare. Chi sono, cosa faccio, quali sono i miei servizi e ovviamente il mio amato blog. perché adoro scrivere e anche questo aiuta a creare un’immagine di me a chi non mi vede di persona. Forse dovrei mettere più fotografie di me, ma devo ancora lavorarci su questa insicurezza che ho sul mio aspetto. Sarà anche che non è facile truccarsi con un nano per casa!
Alla base di tutto bisogna farsi le giuste domande: chi sei? Cosa fai? Perché una persona dovrebbe scegliere noi? E questo si racconta anche con le fotografie che scegliamo o meno di usare. Con le font, con la lunghezza del testo. Con le icone. Tutto racconta. In questi giorni guardavo un documentario su Steve Jobs e una sua frase riferita al suo lavoro mi ha colpita molto. “(…) cosa rende grande un business non è il processo ma il contenuto“*. Il suo pensiero è condivisibile. Senza sostanza abbiamo poco da raccontare. Quindi poniamoci le giuste domande e le risposte diventeranno i tasselli della nostra comunicazione.
Cosa ne pensate di questa nuova immagine? Dopo il taglio di capelli della scorsa settimana, ci voleva proprio!
*Consiglio la lettura dell’intervista perduta, oltre alla visione di vari documentari su Netflix